Per l’ictus vi sono FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI (età, familiarità, etnia, sesso). ma anche vari FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI (con comportamenti adeguati o specifici trattamenti farmacologici) sui quali possiamo e dobbiamo agire.
I più importanti fattori di rischio modificabili sono: IPERTENSIONE ARTERIOSA, IPERCOLESTEROLEMIA, FIBRILLAZIONE ATRIALE, DIABETE, FUMO, VITA SEDENTARIA, OBESITA’. Oggi parliamo in particolare di FIBRILLAZIONE ATRIALE (FA).
Che cosa è?
E’ un’aritmia, spesso asintomatica (non viene avvertita), che è causa dell’ictus ischemico perché favorisce la formazione di emboli che dal cuore arrivano al cervello, ostruendo un vaso. La fibrillazione atriale è il disturbo cronico del ritmo cardiaco più frequente, interessa l'1-2% della popolazione e aumenta molto negli anziani fino al 10%. Chi ha la FA ha un rischio di ictus 5 volte maggiore, che tuttavia può essere ridotto con apposita terapia anticoagulante.
Quali sono i sintomi?
In alcuni casi le persone affette da FA non presentano alcun sintomo. Altri, invece, possono avvertire uno o più dei sintomi seguenti: palpitazioni, ossia sensazioni di cuore in gola, anomalo “tuffo al cuore”, debolezza, stordimento, confusione, dolore o senso di oppressione al petto, difficoltà respiratorie. Il battito cardiaco diventa irregolare e accelerato.
Come si fa la diagnosi?
La fibrillazione atriale viene diagnosticata con l’elettrocardiogramma, o ECG.
La verifica del ritmo cardiaco può essere fatta tuttavia attraverso un gesto molto semplice: la palpazione del polso da parte di un sanitario o del paziente stesso dopo un addestramento a questa metodica. Vi sono comuni apparecchi per la misurazione della pressione arteriosa che segnalano un ritmo cardiaco irregolare.